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V FOR VENDETTA

13/01/2006 13298 lettori
5 minuti

V FOR VENDETTA

LA GENTE NON DOVREBBE TEMERE I GOVERNI.

I GOVERNI DOVREBBERO TEMERE LA GENTE.

    

Il 17/3/2006 è prevista l’uscita sugli schermi di “V For Vendetta”, ennesima trasposizione cinematografica di uno dei capolavori della nona arte.

Il film sarà prodotto da Joel Silver, i fratelli Wachowsky e Grant Hill, ed interpretato da Natalie Portman (Evey), Hugo Weaving (V), Stephen Rea e John Hurt. La regia è di James Mc Tiegue. Sul sito www.vforvendetta.warnerbros.com  è disponibile il trailer insieme ad altre notizie e curiosità sulla pellicola.

L’opera fumettistica invece nasce all’inizio degli anni ’80, gli autori sono gli inglesi Alan Moore e David Lloyd.

Il primo, Alan Moore (Northampton 1953), è considerato uno dei Maestri del fumetto mondiale, ed oltre ad aver scritto quest’opera, ritenuta anche dai suoi più critici detrattori un capolavoro, è stato autore di altre pietre miliari della letteratura disegnata, tra le quali basti qui ricordare Watchmen, realizzato con il disegnatore Dave Gibbons. A dire la verità non basterebbe un semplice articolo per parlare di questo autore, della sua sterminata produzione (che spazia tra fumetti, musica, teatro), delle decine di premi vinti, dei libri a lui dedicati, dei corsi tenuti nelle università sulle sue opere (che Moore non considera con molto favore, visto che a suo dire “le università ormai fanno anche corsi sulle Spice Girls”), delle sue stravaganze d’artista (al compimento del suo quarantesimo anno d’età si è autoproclamato mago, ed il suo aspetto è più o meno quello di un Mago Merlino dark).

Il secondo, il cartoonist David Lloyd, è certamente meno famoso ma non per questo meno importante, per lo meno in quest’opera, dato che a lui si devono la veste grafica e le fattezze del personaggio principale.

Questa la storia. Siamo nel 1997. Dopo una disastrosa guerra nucleare, o qualcosa del genere, che ha portato caos, fame e distruzione, l’Inghilterra, o quel che ne è rimasto, è tenuta sotto il pugno di ferro di una dittatura fascista, retta da un Leader e da Fato, un potente computer che tiene sotto controllo la vita di tutti, decidendone i destini e recidendone i sogni o la vita stessa, in nome del Destino della Razza Nordica.

Evey Hammond è una ragazzina di sedici anni, che ha perso entrambi i genitori a causa della guerra e della successiva pulizia etnico-politica del regime: è costretta a lavorare in una fabbrica di cerini e a dormire in un sordido collegio, non ha abbastanza soldi per mangiare, scaldarsi o condurre anche una parvenza di vita decente. Quando prova a prostituirsi, come fanno per disperazione altre sue coetanee, adesca il cliente sbagliato: un fingerman, un agente di polizia con poteri speciali di vita, di tortura e di morte. La sua sorte sta per segnarsi, il poliziotto e i suoi colleghi le si stringono addosso, quando dal nulla appare un’ombra…

Un uomo avvolto da un mantello con una maschera da Guy Fawkes (chi è costui? Lo spiegherò alla fine) esce dalle tenebre, uccide i cattivi poliziotti, salva Evey e la porta con sé. Nel frattempo le Houses of Parliament esplodono, e dalle fiamme dell’edificio distrutto sorgono dei fuochi d’artificio, che compongono scoppiettando la lettera V.

L’uomo non ha nome. Si fa chiamare V. V for Vendetta.

Questo è solo l’inizio di una storia sulla perdita della libertà, sull’umanità degradata, sul potere di pochi in un mondo corrotto, dove tutto è tenuto sotto controllo, spiato, intercettato, preventivamente punito, dove i mezzi di informazione sono la voce rassicurante e terribile del potere (la Voce del Fato), dove la musica e la cultura sono state sradicate, per fare posto alle marce militari e alla propaganda del potere, dove la diversità viene isolata e annientata.

V for Vendetta è anche la storia di un uomo che ha sofferto sulla sua pelle tutti gli orrori del totalitarismo, e si prende la sua vendetta, che non è solo sua personale, e che non è solo una vendetta, ma una chance perché l’umanità rinasca libera.

V è un terrorista anarchico abilissimo nel combattimento e nell’inganno, che inizia un’opera di distruzione del regime piantando anche i semi di una nuova sensibilità morale, con al centro la libertà e la giustizia, di cui la piccola Evey sarà la prima testimone. La sua “gabbia” infatti sarà la prima ad aprirsi.

Non ho ovviamente visto il film, ma il fumetto, pubblicato in Italia dalla Magic Press di Roma, è davvero un capolavoro, di arte e di politica: Alan Moore ha iniziato a scriverlo nel 1981 per terminarlo nel 1988, anno della sua pubblicazione da parte della americana DC Comics, ispirato da una creatività estrema, che farà scuola ad una intera generazione di scrittori britannici (tra cui Warren Ellis e Grant Morrison), ed anche dal forte malcontento verso le scelte politiche del governo Thatcher.

Il disegnatore David Lloyd ha contribuito con un segno grafico che, sebbene un po’ datato, risulta comunque godibilissimo, molto morbido e cinematografico, con bianchi e neri netti, e con splash pages asettiche che spezzano il ritmo ma uniscono la storia, dando respiro alle emozioni del lettore. Inoltre sua è stata l’idea di eliminare le onomatopee e limitare le didascalie, così come sua è stata l’idea di mettere all’eroe/antieroe una maschera da Guy Fawkes.

Guy (Guido) Fawkes era un cospiratore che, il 5 novembre del 1605, tentò di far esplodere senza tuttavia riuscirvi le Houses of Parliament, allo scopo di dare il via ad una sorta di restaurazione cattolica nella Gran Bretagna dell’epoca, il cui sovrano James I non era considerato abbastanza tollerante verso chi si professava cattolico. Inutile dire che dopo questo fallito attentato le condizioni dei cattolici nel Regno peggiorarono pesantemente. Questo complotto è noto con il nome di Gunpowder Plot, e ad esso è anche dedicata una filastrocca (“Remember, remember the fifth of november”). 

La storia comunque è forse più attuale che mai oggi, in cui alcune delle previsioni degli autori sembrano essersi avverate.

England Prevails.