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La pubblicità vista con gli occhi del 'garden'

26/09/2005 22403 lettori
5 minuti

L’attività pubblicitaria nei garden center è caratterizzata da investimenti contenuti, spesso indirizzati all’incremento dell’immagine del punto vendita. Il settore è scoraggiato da previsioni commerciali positive, che non si concretizzano facilmente nel breve-medio periodo.
Dire pubblicità oggi significa investire alti budget relativi con una prospettiva di ritorno nulla, vista la poca attenzione dedicata allo studio dei target e dei mezzi idonei al raggiungimento degli obiettivi predefiniti.
Pubblicità come costo quindi non come investimento…altro errore comune! Dalla pubblicità (io preferirei chiamarla comunicazione aziendale) bisognerebbe trarre dei profitti non solo economici, ma anche d’immagine, di contatto con il cliente, dovrebbe essere una cura efficace per i disinformati e una pillola di sostentamento per i più fedeli.
Il settore nello specifico è molto disinformato, i garden puntano solo sul prodotto che da solo può esclusivamente mediare: stupore. Non esiste in questi luoghi una semiotica dei colori, supporto di vendita efficace, la pluri-sensorialità di “Chocolat” è ridotta a unica percezione di una infiorescenza appariscente.
Le piante nello specifico vengono percepite come esseri viventi creati dal cuore aziendale, sfruttate al massimo nella loro immagine esteriore, diventano l’icona dell’edonismo aziendale, comunemente identificata dalla mente del piccolo imprenditore come la struttura fisica della propria azienda.
Negli spot a carattere generalmente locale vengono ripresi solo ampi spazi arredati privi di personalità interiore, supportati da uno speaker che senza sosta per 15-30 secondi plaude, privo di intonazione,  i nomi delle specie di piante più comuni e che dovrebbero fungere da richiamo.
Pieni di sé gli imprenditori vivaistici ancora oggi ostentano per la propria azienda le creazioni pubblicitarie, che mediano un’immagine pessima e decisamente sconfortante.

Elisabetta Sabato
Elisabetta Sabato

Se mai scriverò una biografia e se ne avrò ancora occasione, vorrà dire che sarò in punto di morte!