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Pubblicità, il trash paga?

07/12/2004 16375 lettori
5 minuti

Penso che molti di voi avranno avuto il "piacere" di vedere l'ultimo spot di Dolce e Gabbana, quello con i due giovani che nel massimo momento di romanticismo sfogano la loro flatulenza e poi si danno ad un bacio appassionato mentre una nuvoletta di gas forma un cuore sul claim "For real lovers".
Sicuramente lo hanno visto anche i giornalisti di Panorama che nel numero del 2 dicembre hanno dedicato un pezzo piuttosto lungo alla pubblicità trash.

Tra le altre perle citate nell'articolo l'affissione "La patatina tira" di Amica Chips, il pube rasato a forma di G di Gucci e la pubblicità di una mortadella (sempre affissione) "Maiale dentro" con tanto di manette appoggiate sul povero salume.

Come molti sanno in Italia fin dal 1966 l'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP, www.iap.it) vigila sui contenuti degli spot cercando di evitare che essi violino una serie di principi contenuti nel codice di autodisciplina pubblicitaria (http://www.iap.it/it/codice.htm) che vincola tutti coloro che lo hanno accettato.
Il giurì ad esempio si è recentemente pronunciato (12 novembre) sulle affissioni Cotonella "Cosa c'è da guardare?" con la ragazza nuda imponendo la cessazione della campagna.

Gli articoli del codice più frequentemente applicati nelle sentenze del giurì in effetti sono il 9 (Violenza, volgarità, indecenza), il 10 (Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) e l'11 (Bambini e adolescenti) oltre che, per motivi diversi dalla sensibilità e il comune senso del pudore (espressione datata ma usata nel codice), il 2 (Pubblicità ingannevole) e il 15 (Comparazione).
Dunque spesso il problema è che gli spot vanno un po' troppo oltre e rischiano di essere offensivi per qualcuno o comunque non conformi ad una certa sensibilità comune.

Quello che tuttavia mi chiedo è se questo genere di provocazioni paghi colui che la pianifica oppure sia controproducente.

Fondamentalmente lo scopo è colpire e in mezzo a tanto affollamento pubblicitario bisogna tentare soluzioni nuove e forti.
E'anche vero poi che questo genere di cose spesso causa polemiche che poi indirettamente diventano delle forme di pubblicità ulteriore per il marchio e la sua notorietà.
Dunque una campagna trash o aggressiva di fatto assicura un maggiore ricordo e potenzia la notorietà del marchio, anche (e soprattutto) se ne viene imposta la cessazione.

Bisogna dire però che nella marca moderna non è importante solo il ricordo e il riconoscimento ma anche le sensazioni che il brand genera e l'immaginario ad essa collegato.
In questo senso allora se la provocazione ha il fine di sensibilizzare su di un tema sociale scottante (vedi alcune campagne Benetton-Toscani) l'associazione di idee può avere effetti anche positivi, se è fine a se stessa non necessariamente giova.
Credo infatti che i consumatori moderni siano più maturi ed informati di un tempo e dunque il ragionamento "purché se ne parli" mi sembra un po' antiquato.

Queste alcune riflessioni pro e contro, adesso sono curioso di sentire cosa ne pensate voi, per cui lasciate pure qui sotto i vostri messaggi e i vostri commenti.

GIANLUIGI ZARANTONELLO
Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.