È un’occasione unica per conoscere gli sviluppi più attuali della concezione urbanistica delle grandi città. E soprattutto per conoscere il lavoro e le idee dell’architetto toscano Andrea Branzi. Da oggi fino al 20 luglio in due sedi, ovvero la Pinacoteca civica di Palazzo Volpi e la galleria «Milly Pozzi arte contemporanea» a Como, dedicano, infatti, un’ampia retrospettiva al noto architetto dal titolo «Oggetti e territori».
Andrea Branzi, architetto e designer nato a Firenze nel 1938, dove si è laureato nel 1967, vive e lavora a Milano. Dal 1964 al 1974 ha fatto parte di «Archizoom», il primo gruppo di avanguardia noto in campo internazionale, i cui progetti sono oggi conservati al Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e al Centro Georges Pompidou di Parigi. Dal 1967 si occupa di design industriale e sperimentale, architettura, progettazione urbana, didattica e promozione culturale. È professore associato alla III Facoltà di Architettura e Disegno Industriale al Politecnico di Milano.
Come scrive lo stesso Branzi, Oggetti e territori è una mostra focalizzata «sul mio lavoro di ricerca sperimentale che si colloca tra design e progettazione di nuovi territori urbani, e che nasce dal superamento dell’idea della città come struttura rigida, architettonica, incapace di trasformarsi nel tempo, a favore di una lettura più realistica della realtà metropolitana intesa come territorio dinamico, le cui qualità espressive e funzionali sono costituite oggi dal flusso della merce, delle informazioni e dei servizi. Una città dunque dove i micro progetti, i sotto sistemi ambientali, gli oggetti d’uso e decorativi sono i nuovi protagonisti della scena urbana».