Stefano Iotti
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la difficile pratica del Clue Train
“I mercati sono conversazioni.”
Sono già passati 10 anni dal momento in cui è stato redatto il Manifesto Clue Train rapidamente diventato la pietra angolare dell’internet marketing.
Il Manifesto postula le basi dell’evoluzione del web dal fondativo 1.0 al partecipativo 2.0, l’importanza dei contenuti prodotti dagli utenti e la necessità per organizzazioni e brand di partecipare al dialogo online come condizione necessaria per la prosecuzione dell’attività di impresa.
Si tratta di un “socialismo tecnologico” in cui ciascuno può produrre contenuti senza barriere all’ingresso.
Partecipare a questa conversazione globale può avere varie utilità ai fini d’impresa, per esempio: anticipare mutamenti di mercato, monitorare il sentiment di prodotti e brand, prevenire buzz negativi, ingaggiare early adopters e molto altro.
Le ricerche che confermano l’impatto della rete internet sui bilanci aziendali sono a disposizione di chiunque desideri approfondirne la dimensione. Ne cito due su tutte: L’indagine dell’americana Comscore, la quale informa che gli acquisti sono fortemente influenzati dai social media e il White Papers dell’italiana Sems da cui emerge che l’87% degli italiani online utilizza i motori di ricerca per trovare informazioni decisive per un acquisto.
Date queste premesse, risulta evidente come chiunque si occupi di marketing non possa ignorare le tesi del Manifesto Clue Train, più difficilmente sa come applicarle.
Aprire un presidio aziendale in un social network è molto semplice, mentre non lo è sviluppare un dialogo, richiede coinvolgimento e aggiornamenti strutturali: ascoltare prima di parlare, avere qualcosa da dire e possibilmente accertarsi che ci sia qualcuno a cui interessi.
Un progetto social media di successo dovrebbe prima di tutto avere dei chiari obiettivi (goal), interessare un pubblico (engagement) e favorire azioni utili all’organizzazione (conversion).
Questa almeno è parte della teoria, nella realtà capita che le cose funzionino in modo diverso. Il punto sta nella difficoltà oggettiva di trovare un progetto social che coinvolga spontaneamente gli utenti , così può capitare di confondere la qualità con la quantità, una ricerca del consenso numerico in cui tutti gli strumenti diventano leciti : dagli account fake, ai gateway anonimi, alle community infiltration .
La pagina di Facebook vuota rende triste il Brand, soluzione: comprare gli amici.
Il social di comparazione prodotti non rende merito alla nostra merce, soluzione: comprare le recensioni.
Credo che sia una questione di creatività, di budget ma soprattutto di tempi. Posso ingaggiare in breve tempo a poco prezzo una folla anonima che probabilmente non produrrà molte conversioni ma soddisferà il mio ego, o in alternativa, posso provare a costruire un progetto che offra al mio cliente la possibilità di dialogare con le persone sapendo che ci vuole tempo e non esiste nessuna certezza di riuscita.
La mancanza di certezza è il mantra di qualsiasi strategia social media, però ancora una volta la rete può aiutarci: dato il postulato della misurabilità di internet, come fare per capire se l’azione sui social media sia servita a qualcosa o, peggio, abbia fatto danni al Brand?
Prossima volta.
Ciao.
Stefano Iotti.
VIA: Stefano Iotti
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Stefano Iotti
- pubblicato il 20/05/2010 - permalink
social media fake account branding online
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marco marozzi
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social media marketing e comunicazione non convenzionale
Quest’anno NetGlobers , il social network sulla sicurezza e la salute in viaggio di Europ Assistance , mette in palio la scelta di un viaggio di 4.000€ per il miglior report di viaggio (cliccate qui per partecipare). “Viaggia come sei” è la social proposition che abbiamo ideato per questa iniziativa ed anche il nome dell’applicazione che abbiamo sviluppato per promuoverla su Facebook.
Un’applicazione semplice, grafica e ludica e fondata sull’insight che “un viaggio scelto sulla nostra personalità e sui nostri desideri ci permette di vedere un luogo ma soprattutto di vivere un’esperienza unica, memorabile e condivisibile”. Gli stessi principi su cui si fonda NetGlobers, che offre la possibilità di condividere quello che abbiamo imparato, raccontare le nostre esperienze e condividere informazioni e suggerimenti pratici per organizzare il nostro prossimo viaggio.
C’è chi ama viaggiare da solo, chi non può rinunciare al proprio gruppo, chi viaggia esplorando gli strati delle civiltà passate e chi del viaggio coglie la sfida di luoghi inaccessibili, chi ancora sceglie il rispetto ambientale per una “pura vida”.
E voi che viaggiatori siete? Andate su Facebook, scopritelo con il test “Viaggia come sei”, divertetivi a confrontare il risultato con amici e compagni di viaggio e dateci i vostri commenti; ci serviranno per sviluppare ulteriori funzionalità dell’applicazione.
VIA: TheGoodOnes, il Blog
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marco marozzi
- pubblicato il 18/02/2010 - permalink
social media marketing Netglobers concorsi applicazioni
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marco marozzi
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grandi e piccole aziende italiane
L’anno scorso abbiamo lavorato su molti progetti anche molto diversi tra loro, affrontando i molteplici aspetti della comunicazione e del mercato. Abbiamo cavalcato il cambiamento di questo particolare momento storico con una costante ricerca strategica e creativa basata sulle opportunità offerte dai nuovi mezzi digitali, senza mai rinunciare a strumenti solidi come carta e matita, e senza mai dimenticare di porre l’individuo al centro di ogni nostro atto creativo.
Quest’anno vorremmo continuare a lavorare con un’Azienda che sappia promuovere il rinnovamento dei servizi in termini di vicinanza, accoglienza, calore, famiglia e una comunicazione realmente uno-a-uno, personalizzabile sul personale concetto di consumare. Un’Azienda che ci chieda di trovare spazi di scelta ed espressione alternativi a quelli preclusi ai talenti, un luogo fisico per partecipare e scambiare conoscenza in un contemporaneo modello di comunicazione integrata on e offline.
Vorremmo lavorare con una Marca che sappia imparare dalle persone che frequentano le vie cittadine e quelle del web, che hanno molto da dire più dei creativi, dei pubblicitari, dei designer e degli stilisti che affollano gli spazi istituzionali. Una Marca che sappia esprimere e condividere la propria unica e personale storia attraverso una comunicazione che nasce dal prodotto per poi diffondersi attraverso la rete. Un’emancipazione, in realtà un diritto di nascita per la nuova generazione di imprenditori.
Vorremmo lavorare per un Cliente che voglia contribuire concretamente a favore della comunità e dell’ambiente con una nuova visione etica e qualitativa in cui la responsabilità diventa il valore centrale per i consumi ma anche di una creatività che non può più essere fatta da meri giochi di parole.
Vorremmo lavorare con veri Capitani di grandi e piccole aziende italiane, partner che dimostrino di saper rompere con le logiche del mercato classico e che vedano in noi talento, esperienza e l’opportunità di intraprendere percorsi di comunicazione alternativi. Capitani capaci di ispirare altri modi possibili di sviluppo nella comunicazione e nell’imprenditoria, perché abbiamo percorso troppe strade per fare le stesse cose.
VIA: thegoodones il blog
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marco marozzi
- pubblicato il 10/01/2010 - permalink
social media marketing thegoodones aziende
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Angelo Manganello
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Una pubblicazione di CSP analizza il passaggio dal paradigma web 2.0 ai cosiddetti Social Media.
Anno 2007, già si parla di web 3.0, soprattutto in relazione ai social media applicati in un contesto 3D. Eppure su quel web 2.0 che tutt'ora sta cambiando la nostra maniera di approcciarci ad internet e, di conseguenza, a tutti gli altri media precedenti, non è stato forse esposto ancora un quadro definitivo e completo.
Ci prova il laboratorio SmartLab del CSP di Torino, con una pubblicazione di ben 84 pagine che tenta di spiegare il fenomeno dei social media sotto il profilo sociale, tecnologico e contenutistico, analizzando i 10 applicativi più significativi e costruendo un vero e proprio compendio dell'evoluzione del web fino al 2006, anno in cui il web 2.0 ha raggiunto forse la sua piena maturità.
Il taglio della pubblicazione, volutamente trasversale e multidisciplinare, rende la pubblicazione adatta sia a chi voglia costruirsi una cultura da zero sul fenomeno sia chi ne conosca solo un aspetto e desideri completare le proprie competenze.
La pubblicazione è disponibile in download gratuito sul sito di CSP:
http://www.csp.it/it/chi-siamo/pubblicazione_web_2.0_101007/
E' gratuita e distribuita attraverso licenza Creative Commons Share Alike, quindi consultarla diventa quasi obbligatorio.
VIA: CSP - Innovazione nelle ICT
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Angelo Manganello
- pubblicato il 06/11/2007 - permalink
social media web 2.0 social networking
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