“HUMAN RIGHTS?” è l’evento artistico internazionale che parla dei diritti umani e della loro violazione.
L’evento è inserito nella Settimana Europea delle Democrazie Locali voluta dal Consiglio d’Europa, nel contesto della Campana della Pace di Rovereto (Trento).
L’evento, patrocinato dal Consiglio d’Europa e da Amnesty International, è tra gli eventi della Settimana Europea delle Democrazie Locali quale segnale forte per parlare di questo difficile argomento.
“HUMAN RIGHTS?” aderisce alla 7^ Giornata del Contemporaneo AMACI 8 ottobre 2011.
Vernissage: 17.settembre.2011 alle ore 18:00, presso la Fondazione Opera Campana dei caduti,
con la performance del soprano Caterina Orioli con Habanera, aria tratta dall’opera lirica Carmen di Bizet.
Pittura, scultura, fotografia, grafica, digital art, videoart, interactive art, performances e musiche di Sasà Mendoza.
Visitabile dal 17 settembre al 16 ottobre 2011.
Curatore: Roberto Ronca
IL CONCEPT
Il 10 dicembre 1948, viene proclamata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:
per la prima volta nella storia dell’umanità, era stato prodotto un documento che riguardava tutte le persone del mondo.
Ognuno di noi, per il solo fatto di essere nato, gode dei diritti sanciti nella Dichiarazione.
Ognuno di noi, indipendentemente dal luogo nel quale è nato e vive, gode di questi diritti.
Ognuno di noi ha diritti civili, politici, sociali, economici, culturali.
Ognuno di noi è uguale agli altri.
È sempre così?
Opere di
A. BEN, Elio ALFANO, Gennaro ANGELINO, Marco ANZANI, Donato ARCELLA, Giuseppe AUTIERO, Alfredo AVAGLIANO,
Claudio BANDINI, Massimo BARBERIO, Elena BARS, Sandy BELLANTONI, Andrea Mario BERT, Nicoletta BERTACCHI, Luisa BIFULCO, Kika BOHR, Silvia BOLDRINI, Marilena BORDIN, Antonella BOTTICELLI, Stefano BUCCIERO,
Irene CAESAR, Rinaldo CAPALDI, Massimo CAPPELLANI, Francesco CARBONE, Anna CARLEO, Alessandra CARLONI, Cosimo CAROLA, Carlotta CASTELLETTI, Viviana CAZZATO, Bruna CHERSONI, Luciano CIVETTINI, Giovanni COLANERI, Alfonso COMETTI, Francesco CONTARINI, Ugo CORDASCO, Mariana CORNEA, Fabio CORUZZI, Rodolfo CRISAFULLI, Andrea CUCCHI, Mercedes CUMAN,
Elena DALL’OCA, Massimo DE ANGELIS, Dario DE CRISTOFARO, Antonio DE SUMMA, Alessandro DE TURRIS, Cristina DI CRISTINA, Sara DORIGO, Marzia DOTTARELLI,
Paolo FACCHINETTI, Ornella ALAVIGNA, Enrico FIORE, Christian FOGAROLLI, Giacinto FRANCO,
Giuliano GALEOTTI, Anna GALLO, Luisella GANDINI, Lucio GRECO, Gruppo SINESTETICO, Theo HUES,
Giuliana IANNOTTI, Vincenzo IODICE, Gerardo IORIO, LIO, Josef LEITNER, Odilia LIUZZI, Sofia MAGLIONE, Alessandra MAI, Maria MALAPONTE, Maria Rosaria MARCHI, Ilaria MARCHIONE, Claudia MAZZITELLI, Francesco MESTRIA, Enza MIGLIETTA, Marcello MINNIA, Piero MOTTA,
Mariangela NEVE, Patrizia NICOLINI, Franca Valeria OLIVERI, Giulio ORIOLI, Lidia PALUMBI, Diego PAVA WULFERT, Nadia PERROTTA, Francesca PETTINATO, Azzurra PICCARDI, Luca PICCINI, Oscar PIOVOSI,
Gualtiero REDIVO, Alessandro RIETTI, Flavio RISI, Emilio RIZZO, Rossella ROLI,
Maria Pia SACCONE, Sergio SANSEVRINO, Enrica SANSONE, Giuseppe SASSONE, Angela SCAPPATICCI, Alessandro SEVERIN, He SIEN, Antonella SORIA,
Germana TAMBARA, Camilla TESTORI, Roberto TESTORI, Nina TODOROVIC, Ivan TONINATO,
Mario VAROTTO, Paolo VITALE, Caterina VITELLOZZI, Nora YANEVA, Iaia ZANELLA, Erwina ZIOMKOWSKA, Alessandro ZIVERI.
SITO UFFICIALE www.humanrightsart.com
Al Working Capital Barcamp Tour per parlare di comunicazione di marketing, servizi geolocalizzati e social media
il suo intervento dal titolo: “cultura della partecipazione, comunicazione di marketing e geografie digitali”. Per far rifletteresu 4 temi molto attuali:
La cultura della partecipazione;
Lo sviluppo dei social media;
Le idee per fare comunicazione e ma
rketing attraverso i social media
Il ruolo delle tecnologie digitali nelle attività di ricerca e di business legate al territorio geografico
Advertising Agency: Grey Group / G2 Hamburg, Hamburg, Germany Creative Directors: Birgit Hogrefe, Christoph Knoebel Art Director: Claudia Sackmann Copywriter: Sebastian Merget Illustration: Jennifer Eckert Published: August 2008
Agency: Droga5
Creative Chairman: David Droga
Executive Creative Director: Duncan Marshall
Art Director: January Vernon
Copywriter: Scott Ginsberg
Production Company: MJZ
Director: Rupert Sanders
A quanto pare ci siamo, la sfida fra iPhone e 'Googlefonino' entra nel vivo: oggi infatti apre Android Market, il negozio online della applicazioni per il nuovo sistema operativo mobile di Google.
Dunque gli sviluppatori potranno iniziare a mettere in vetrina i propri software, allo stesso modo di quanto già fanno sull'analogo spazio di Apple.
Al momento le prime applicazioni (secondo il Sole 24 Ore circa una cinquantina) saranno disponibili gratuitamente, mentre a seguire ci saranno quelle a pagamento. Analogo il modello di revenue sharing per i programmatori, che prevede per loro il 70% dei ricavi delle vendite.
Non mancano le differenze: prima fra tutte è la modalità di caricamento delle applicazioni, che nel caso di Google non prevede alcuna approvazione previo pagamento di 25 dollari da parte del programmatore. Inoltre il 30% residuo dei ricavi andrà all'operatore mobile che vende lo smarphone.
La sfida dunque è iniziata ed il business è ricco di interesse se anche Rim, che produce i BlackBerry, ha appena dichiarato che a marzo aprirà un suo store analogo, a questo punto restano solo da vedere le mosse dei due giganti Symbian e Windows Mobile.
Riusciranno tuttavia gli altri operatori a fronteggiare la quantità di sviluppi che Android sembra promettere, visto che è quasi completamente Open Source?
«Il primo e più importante risultato resta la conoscenza».
La principale speranza degli scienziati che seguono il progetto Lhc, al Cern di Ginevra, è riuscire a «fotografare» il Bosone di Higgs, ovvero «la particella di Dio», mai osservata in natura, ma ipotizzata come ciò che diede corpo alla materia. E saranno quattro gli esperimenti (Cms, Atlas, Alice e LhcB) che studieranno nei mesi e negli anni a venire i risultati delle collisioni - le prime sono previste a metà ottobre - tra particelle lanciate (alla temperatura di 271 gradi sotto zero) a una velocità tale da farle incrociare 40 milioni di volte al secondo nell’anello sotterraneo di 27 chilometri. A che cosa potrà servire tutto ciò? Alla domanda - legittima - del comune mortale, Umberto Dosselli, vicepresidente dell’Infn, l’Istituto nazionale di Fisica nucleare, risponde senza esitazioni: «Il primo e più importante risultato resta la conoscenza». È da lì che poi deriva e può derivare tutto, anche ciò a cui ora non pensi. È da lì che poi deriva e può derivare tutto, anche ciò a cui ora non pensi. Dosselli cita per fare un esempio i passati studi sull’antimateria, che hanno portato alla scoperta degli adroni, ora utilizzati come rivelatori nell’esame di diagnosi oncologica chiamato Pet, che produce immagini tridimensionali o mappe dei processi funzionali all’interno del corpo umano.
E sempre restando nella lotta al cancro, già sugli odierni adroni, ma a energia ben più bassa rispetto a quella ottenibile un domani grazie all’Lhc ginevrino, si basa la adroterapia che anziché i raggi X usa appunto queste particelle subatomiche che colpiscono il tumore in modo selettivo, risparmiando i tessuti sani. E anche più efficacemente, potendo uccidere quelle cellule tumorali resistenti ai raggi convenzionali.
Da una scoperta (la conoscenza, appunto) ne possono insomma derivare altre. Inattese. Tutte da scoprire. Fino a 15 anni fa il cosmo era per esempio pensato in modo differente e ignoravamo che il genere di materia di cui sono fatte le stelle, i pianeti, gli oceani e noi stessi che componiamo il genere umano è appena il 5% di tutto ciò che esiste nell’Universo, che resta ancora il dominio di ciò che gli scienziati chiamano non a caso «materia oscura».
Ed è su questa sconfinata zona d’ombra della conoscenza che il progetto ginevrino del Cern, con i suoi apparentemente incomprensibili scontri tra protoni, intende fare luce. E la farà, perché la conoscenza è come la vite: dà frutti a grappolo, spesso inconsapevoli. «Per esempio - ricorda Dosselli - negli anni ’90, per far circolare i dati ottenuti con il Lep del professor Carlo Rubbia (il Lep fu il papà dell’odierno Lhc) eravamo ricorsi a una cosa chiamata Web. Qualcosa che ha dato una buona mano a noi, ma che di certo ha anche sconvolto il mondo».