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Perché per ottenere una trasformazione digitale serve la consapevolezza di tutta l’organizzazione

11/03/2020 57660 lettori
5 minuti

Di recente ho ascoltato un podcast di Gartner in cui viene intervistato Malcolm Gladwell e nel quale si dice chiaramente che non sempre le tecnologie vengono usate per gli scopi che si pensava per loro all’inizio e anche che il processo di adozione è spesso sorprendentemente lungo rispetto al valore all’apparenza ovvio di certe soluzioni.

A partire da questo spunto sono tornato a pensare, una volta di più, a quanto a volte può essere difficile applicare una business transformation nelle organizzazioni e non ho potuto fare a meno di riflettere nuovamente sull’importanza della comunicazione interna e del coinvolgimento delle persone per realizzare progetti utili e, di conseguenza, anche di successo.

Immagine tratta da https://connecteam.com/

LA TECNOLOGIA: TROPPO NEUTRA? TROPPO RICCA? O SOLO POCO NOTA?

La tecnologia oggi offre un repertorio di soluzioni quasi illimitato che si possono però ricondurre a due famiglie:

  1. Tecnologie abilitanti senza dei casi di utilizzo necessariamente predefiniti, come l’intelligenza artificiale o gli strumenti di collaborazione
  2. Suite di tecnologie destinate in modo verticale all’HR, al marketing, alla creatività, alle vendite etc.

Nel primo caso “giochiamo” con dei mattoni molto potenti ma dobbiamo dare loro una forma che deve essere sensata per l’organizzazione in cui ci troviamo a lavorare, risolvendo problemi, creando opportunità e guardando avanti senza spingersi però così tanto oltre all’attualità da non essere chiari.

Nel secondo caso invece ci troviamo sempre più spesso davanti a un’offerta che si propone come soluzione a 360 gradi per tutti i mali ma che inevitabilmente si sovrappone con processi e strumenti che esistono già nell’organizzazione.

In entrambi i casi la conoscenza di quello che esiste già e di quello che invece si può creare deve essere chiara nell’organizzazione.

Spesso invece a progetti molto avviati si scopre che un certa tematica è già gestita in modo efficace da qualche altra aziendale, oppure a fronte di un insuccesso più o meno parziale di un’idea si abbandona tutto senza individuare altre casistiche in cui la stessa tecnologia può essere vincente.

LA TECNOLOGIA SERVE ANCHE DOVE MENO LO SI PENSA

Uno dei motivi per cui è fondamentale fare conoscere a tutte le aree dell’organizzazione quali nuovi modi di lavorare e quali nuovi strumenti abbiamo in casa o possiamo acquisire è che spesso questi possono essere molto utili dove meno lo si pensa.

Prendiamo come esempio l’intelligenza artificiale o la RPA (Robotic Process Automation): al di là degli usi più eclatanti questo genere di tecnologie possono rendere migliori con l’automazione molti ambiti amministrativi e produttivi in cui le persone fanno ancora molte attività manuali a basso valore aggiunto, in continuità con un modo di lavorare che è rimasto analogo per decenni.

Simile è il caso degli strumenti di collaborazione: avere dei file condivisi modificati da tutti senza scambi di email e continue stampe può fare risparmiare tempo ed errori con semplici interventi.

Quello che voglio sottolineare è che sempre più spesso ciò che serve è già in azienda e semplicemente non è noto.

RACCONTARE STORIE DI SUCCESSO

Come si fa allora a sfruttare al massimo la tecnologia e i nuovi modi di lavorare che questa permette?

Bisogna comunicare.

Bisogna raccontare storie di successo e farle circolare all’interno dell’organizzazione per mettere più persone possibile al corrente delle opportunità, non con fredde comunicazioni generali ma con l’esempio di situazioni reali dove vere persone mostrano come la propria quotidianità è cambiata in meglio.

Bisogna costruire uno storytelling efficace per garantire che il management sostenga e incentivi lo sforzo necessario a diffondere davvero una cultura nuova e un diverso modo di lavorare. Storie con un fondamento e non solo fuochi d’artificio, come scrivevo già 5 anni fa.

Bisogna comunicare molto per creare il giusto clima culturale e la chiarezza di obiettivi e di valori che permettono di avere davvero tutte le persone “a bordo” della trasformazione e quindi di permettere un uso corretto anche della tecnologia che abilita quello che oggi viene definito “future of work”.

Bisogna infine far diventare chiaro dove sono le competenze utili ai vari casi per rendere più facile trovare le persone adatte ad aiutare i colleghi, sia che esista un dipartimento dedicato sia che ci sia una modalità più distribuita di gestione dell’innovazione.

Gianluigi Zarantonello via https://internetmanagerblog.com 

 
Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.