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Miniartextil «Rassegna internazionale d'arte contemporanea».

18/11/2012 11792 lettori
5 minuti

Solo il ravvedimento di un’imperdonabile distrazione mi ha consentito di poter visitare l’interessante «Rassegna internazionale d'arte contemporanea». Giunta quest’anno alla ventiduesima edizione. Ha aperto i battenti dal sei ottobre al diciotto novembre di quest’anno. La principale novità di quest’ultima edizione è stata la sede espositiva di Villa Olmo, la più celebre e sontuosa delle dimore storiche comasche. Nella primavera del 1991 s’inaugura a Como, nel Chiostrino di Santa Eufemia, la prima edizione di Miniartextil. Sono gli esordi di un evento che oggi, a distanza di ventidue anni, è riconosciuto a livello internazionale, oltre che un appuntamento insostituibile per la città di Como.

 

Ci si stava attardando a discutere con una certa amenità su un argomento piuttosto serio - l’opportunità di un mix di attenzione allo sviluppo delle tecnologie, conoscenza profonda del mercato di riferimento, approccio proattivo, flessibilità e duttilità, tutte considerazioni caratteristiche che le migliori tra le nostre piccole imprese e i nuovi artigiani possiedono - quando mi si fa rendere conto dell’ultimo giorno utile per visitare la «Rassegna internazionale d'arte contemporanea» in esposizione a Villa Olmo. Il supporto di un amico m’introduce per sommi capi evidenziandomi che l’elemento caratterizzante della manifestazione Miniartextil è l’internazionalità, con la partecipazione di personalità provenienti da tutto il mondo. Il resto lo attingo dalla stampa o dalla rete.

La mostra ha avuto anche quest’anno una forte adesione oltre i confini nazionali: hanno partecipato a questa edizione artisti di quarantasei paesi diversi, il numero più alto raggiunto nei ventidue anni di storia della manifestazione, in costante crescita, per un totale di oltre trecento cinquanta adesioni. L’elemento caratterizzante della manifestazione Miniartextil è l’internazionalità, con la partecipazione di personalità provenienti da tutto il mondo. Un gradito ritorno, dopo cinque anni della sua prima partecipazione alla manifestazione, è stato quello di Claire Morgan, giovane artista irlandese, vincitrice del primo Premio Fondazione Arnaldo pomodoro, Competizione internazionale per giovani scultori, che ha scelto Miniartextil per presentare «Here is the end of all things»: una grande e suggestiva installazione realizzata riunendo elementi naturali. «Division» è invece il titolo dell’installazione percorribile di Kiyonori Shimada, uno dei più importanti esponenti della «fiber art» giapponese, che a Como ha realizzato «site specific», un imponente labirinto in tessuto bianco alto più di due metri occupando un intero salone della villa.

Sono stati esposti cinquantaquattro minitessili finalisti, selezionati dai trecentocinquantaquattro progetti pervenuti da quarantasei paesi dei cinque continenti. In fase di giuria sono stati individuati i vincitori dei tre riconoscimenti: il Premio Antonio Ratti, il Premio Arte&Arte individuato dall’associazione e il Premio Montrouge scelto dal Comune parigino. Oltre alle opere di piccolo formato in questa ventiduesima edizione sono state esposte installazioni di una ventina di artisti a fama internazionale.

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.