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IL PROFUMO DELLE FOGLIE DI LIMONE: tormento e estasi nell’ultimo libro di Clara Sanchez

03/06/2011 11873 lettori
4 minuti

Un continuo interscambio di ruoli e specchi dell’anima, raccontati con  lucidità e femminile abbandono al proprio destino incerto. Queste sono le prerogative che caratterizzano l’ultimo romanzo di Clara Sanchez, autrice madrilena venuta alla ribalta europea con Ultimas noticias  del paraiso e, oggi, recidiva nell’allacciare le sorti narrative del romanzo a quel dramma esistenziale vissuto dalla protagonista Sandra,  staccatasi dal rapporto con il proprio compagno, in attesa di un figlio e ospite di una coppia  di anziani signori, che la accolgono con premura in quel soggiorno forzato dalle decisioni del proprio futuro. Premure che nascondono un segreto fatto di un passato segnato dal sangue versato dalle vittime dell’Olocausto Tedesco, l’anticamera dell’Inferno di quella coppia che un tempo erano i sicari di un popolo ebraico sterminato dalla follia di un ideale sconsacrato dalla stessa storicità degli eventi. La stessa contraddizione vissuta dalla protagonista, dissociando il soggiorno dalla scoperta di quella ferocia sbiadita dalla vecchiaia di Frederik e Karin, inizialmente complice di quella  loro scelta di vita, nello scoprire la propria debolezza nell’essere artefice di una infelicità causata da una paura paradossalmente liberatoria, rinunciando, in ugual misura, al giusto castigo dettato dalla voglia di denunciare i due coniugi alle autorità e al consolidamento di un rapporto segnato dalla sua stessa vigliaccheria. E sono proprio le stesse parole della Sanchez a definire il travaglio narrato dal romanzo:

Lei crede che certi “mostri” come la coppia di anziani del suo romanzo, ex funzionari nazisti, si siano mai pentiti?   
No di certo. Continueranno a credere di aver fatto il loro dovere. Dormono sonni tranquilli. I mostri che fanno più paura sono quelli che si nascondono dietro un volto benevolo. Terrorizzare le persone è molto più facile di ciò che sembra.

Il romanzo esplora la paura in tutte le sue forme?    
Si, la paura che facciamo agli altri, la paura che paralizza noi stessi e ciò che possiamo fare per sconfiggerla. Vale a dire: costruire legami attraverso l’amicizia e l’amore.

In quanto appassionata di psicologia, come spiega che rimangano impuniti  coloro che  hanno commesso tali atrocità?
L’essere umano ha una propensione naturale a cercare l’abisso, ciò che è turpe. Questo spiega perchè a volte non si denuncia un dittatore o si vedono alla televisione personaggi dai comportamenti aberranti senza che la cosa ci turbi: il buon senso, come concetto, ci annoia.

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.