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I racconti delle risorse Umane...

26/03/2011 34786 lettori
4 minuti
Il mio aereo era appena decollato. Non ricordavo neanche la nuova destinazione. Pensavo a Sara e a Marina, in fondo a me stessa. Una vita prefigurata e iniziata in un modo, e tremendamente franata sotto i colpi dell’imprevisto.
Eppure, mi distrassi perché accanto a me un uomo, sulla sessantina, stava fischiettando una canzoncina buffa.
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Aveva da poco compiuto diciotto anni, quante aspettative sul futuro e quanti sorrisi verso mondi tutti da conquistare. Voleva fare il chimico, sì! Non aveva dubbi! Formule, logica, miracoli e conoscenza degli elementi primi, quanto lo affascinava tutto questo!
Pietro è il primo di cinque figli di una famiglia borghese, dell’Italia mussoliniana. Appena maggiorenne sperava di studiare chimica, perché la vita di laboratorio sentiva essere il suo destino. E anche se la mamma lo voleva impegnato in materie più pratiche, come dire, che dessero uno sbocco lavorativo più remunerativo, lui nascondeva il sogno nel cassetto e ogni tanto se lo guardava.
-          Papà è morto, Pietro!
Questa frase fermò la sua crescita.
All’improvviso non ebbe più diciotto anni, non passò nemmeno per i venti, né per i famosi trenta. All’improvviso si ritrovò “padre” di quattro fratelli e responsabile della sopravvivenza di un nucleo familiare.
Che fare?
Provare ad entrare in banca, fu il suggerimento della madre. E così fece, ma finì in una città molto lontana dalla sua. Di mattina lavorava allo sportello, di notte studiava per prendere la laurea. Non più in Chimica, ma in Economia e commercio.
 
Una mano invisibile aveva tracciato il suo destino, e quel cassetto dei sogni sarebbe dovuto diventare un segreto del passato.
 
Ciao sogni, ciao. Ho provato a rincorrervi ma la vostra velocità mi ha superato. Così vi ho visto da dietro, andare lontano e girare l’angolo delle decisioni definitive. Eppure resto qui, forse un giorno potrei rivedervi.
Pietro si laureò e fece carriera in banca. Dopotutto una persona capace, intelligente e meritevole può ottenere i giusti riconoscimenti. Può, dunque, permettersi una famiglia e anche due figli. Tutto può andare bene in fondo.
Ma se, a un certo punto, la banca contatta un manager che faccia una revisione totale del personale. Se questo manager decide per il taglio di quei lavoratori più “costosi” e anziani, insomma un taglio sugli esuberi fastidiosi…beh, allora non si tratta più di vedere il trionfo del merito, si assiste alla mannaia dell’ingiustizia sociale.
Il manager decide di investire sui precari ma senza stabilizzarli, magari. Spremerli senza garantire carriera. Poi si vedrà, da cosa nasce cosa…
Tutto per ridurre i costi e incrementare i profitti. Che logica famosa!
Pietro ha vissuto quest’esperienza. Dopo aver provveduto alla crescita dei fratelli, dopo essersi indebitato per comprarsi una casa, e dopo l’arrivo dei figli, si è ritrovato per strada con un prepensionamento obbligatorio. E lì ha dovuto ripartire da zero.
Quanti pianti di notte, per essersi ritrovato di nuovo al punto di partenza e per il terrore di non riuscire a mantenere la famiglia. Non è giusto, non è giusto.
Cosa è successo: Pietro è un uomo buono e si è svegliato ogni santa mattina di ogni benedetto anno per andare a lavorare. Ha rinunciato alla chimica, ai laboratori e alle scoperte che avrebbe fatto (la chiusura del buco dell’ozono fra tutte). È dovuto crescere in fretta e responsabilizzarsi già a 18 anni.
Oggi, però, la logica dei tagli alle spese ha fatto sì che lui fosse ridotto a un numero. Non più la dignità di un nome o di un vissuto personale. Solo numero in più da eliminare per risparmiare e sostituirlo con giovani laureati da illudere fin dentro le speranze di un futuro migliore.
 
Alla fine, occorre davvero avere una pistola in mano per uccidere un uomo?
 
Cosa pensa Pietro oggi: Pazienza, non posso farci nulla. Mi hanno cacciato. Ora devo trovare una soluzione per mantenere la mia famiglia. Ce la devo fare, non posso permettermi di fallire.
L’unica soluzione è continuare come ho sempre fatto fino ad oggi: alzarmi presto la mattina e correre più degli altri. Gazzella o leone…devo correre ancora adesso e prima di tutti.