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TEATRO DERBY: CAVEMAN, UN SUCCESSO SENZA TEMPO Nè CONFINI

12/06/2010 8035 lettori
4 minuti

Da Homo Erectus a Homo Sapiens ad Homo Stronzius. E’ la naturale evoluzione storica del maschio contemporaneo. Ce la racconta, con la sua effervescente verve e una strizzatina d’occhio tanto alle donzelle quanto ai gentleman, Maurizio Colombi, attraverso Caveman, lo spettacolo più longevo nella storia di Broadway. Torna così, dopo il sold out dei precedenti appuntamenti, al teatro Derby di Milano, con la regia di Teo Teocoli, il monologo dell’uomo delle caverne, vincendo un’altra sfida, la finale di Champions League. Presenti in teatro infatti non pochi uomini che hanno preferito una serata spiritosa al binomio partita/divano. Uomini divertiti che hanno riso delle proprie pecche e di quelle delle proprie donne. Una sequenza esilarante di dinamiche di coppia, esempi quotidiani di fraintendimenti, equivoci e incomprensioni. Situazioni così comuni da sembrare banali. Eppure ci si riconosce nella tragi-comica attualità dei rapporti tra lui e lei.

Caveman è uno sguardo preistorico, in chiave ironica, sul conflitto tra i due sessi. Le ataviche differenze tra uomo e donna si colgono fin dalle origini con la divisione dei compiti: gli uomini erano cacciatori, le donne raccoglitrici. La donna primitiva, aggirandosi nei boschi in cerca di radici e bacche mangerecce, osserva, svolge più mansioni contemporaneamente, crea collegamenti tra gli eventi che le permettono di prevedere il ciclo delle stagioni, sviluppa il dialogo. L’uomo delle caverne, cacciatore, sviluppa invece il senso pratico, l’azione. Il dialogo è inutile quando si caccia. Per l’uomo delle caverne l’attenzione è concentrata sullo scopo da raggiungere. Un’unica azione. Gli è impossibile ragionare su più fatti simultaneamente. Neanche se volesse, riuscirebbe. Si ride, ci si riconosce, si applaude.

Lo spettacolo originale, scritto da Rob Becker, è stato portato sul palco per la prima volta il 26 marzo 1995 allo Helen Hayes Theater di New York, diventando, dopo 2 anni e 702 performance, il monologo di più lunga durata nella storia di Broadway. Dopo 15 anni è ancora uno degli spettacoli più visti al mondo. Un successo senza tempo, né confini.

Elisa Giacalone - Milano

Elisa Giacalone
Elisa Giacalone

Nata nel 1980, si è laureata a Palermo nel 2004 in Lettere Moderne con una tesi sperimentale dal titolo "Tra giornalismo e letteratura: l'attività giornalistica di Goffredo Parise". E' specializzata in Filologia Moderna e insegna Italiano e Storia in un istituto superiore. Ha cominciato la sua attività giornalistica a diciannove anni in un mensile, «L’Occhio», nel quale ha lavorato due anni a tempo pieno. Si è occupata di reportage turistici, di attualità e di qualche inchiesta. Successivamente l’esperienza dei quotidiani: «La Sicilia» e «La Repubblica» (redazione di Palermo). Ha collaborato con un altro quotidiano, stavolta locale, “Marsala c’è” (pubblicato anche on line, www.marsalace.it) dove si è occupata di cronaca. Ha partecipato a vari concorsi letterari distinguendosi quasi sempre nelle prime posizioni. Ha lavorato come giornalista radiofonica a Radio Italia Anni 60, una delle emittenti dipendenti da Radio Italia Solo Musica Italiana. Ha anche condotto un programma d'informazione e intrattenimento incentrato sulle interviste. Ha vissuto a Londra per alcuni mesi per una workexperience nel settore "Giornalismo" e ha realizzato un progetto di ricerca (in lingua inglese) dal titolo "The evolution of blog and its impact on the journalism profession: an exploratory approach". Attualmente si divide tra il lavoro di insegnante a scuola e la passione del giornalismo e della letteratura che porta avanti attraverso la radio, le collaborazioni giornalistiche e attività culturali varie. Ha anche un blog (www.reporteritinerante.ilcannocchiale.it) dove è possibile leggere i suoi reportage di viaggio e non solo.