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Il vecchio dove lo metto?

09/04/2008 14470 lettori
5 minuti

Fusina durante l’epoca della repubblica di Venezia si chiamava «Lixa Fusina» perché c’era una macchina che serviva a far superare alle barche il dislivello delle acque della laguna e quelle dell’antico fiume Brenta che era stato sbarrato da un argine artificiale di intestatura (la famosa Tajada, completata nel 1939) per evitare gli interramenti della Laguna di Venezia.

Fusina località di delimitazione sud della seconda zona industriale di Porto Marghera, con la presenza di una grande Centrale termoelettrica dell’Enel. Febbraio 1972 si stava costruendo un secondo gruppo 320 MW: caldaia, turbina e alternatore. In una situazione presidiata da formazioni politiche con differenti strategie di antagonismo che coprivano l’arco delle iniziative sociali, a seguito di un gravissimo infortunio sul lavoro, un giovane giornalista: tale Zincone è stato inviato in cantiere dove ha redatto un interessante servizio sulla centrale e su quanto accaduto. A me pare di riconoscere lo stesso giornalista che si dice ormai entrato nella terza età, e che sul quotidiano «il sole 24 ore» scrive adesso un altrettanto interessante articolo di cui riporto alcuni stralci.

 …) Nei confronti degli ultrasessantenni, l'uso dell'imperfetto ("chi eri?") è sintomo di maleducazione quasi razzista, ma è, soprattutto, un segnale di profonda ingratitudine, perché questa gente (pensionata o no) è sottoposta a un carico di lavoro mai visto nella storia dell'umanità. Grazie al benedetto invecchiamento della popolazione occidentale, la generazione dei Beatles non può e non deve declinarsi al passato, ma è, al contrario, indispensabile nel presente. Perché, sempre più spesso, deve sostenere economicamente e/o logisticamente i figli precari e, en passant, assistere i genitori e badare ai nipotini. Vi sembra poco? Vi sembra normale relegare nel tempo imperfetto un popolo intero che, per ora, è utile e paziente (gratis) almeno quanto i badanti extracomunitari?

E' vero: da molti decenni, i vecchi non sono più in grado di trasmettere gli arcaici saperi artigianali e/o agricoli. Anzi, devono imparare dai bimbi l'uso degli indispensabili Blackberry (addio, Strawberry fields) e di tutto quel che serve a non sembrare analfabeti. Ma questo, ritengo, non implica che l'assenza di produttività e/o di competenze aggiornate appanni il diritto di abitare in questo mondo, senza essere confinati nelle soffitte dei fantasmi. Gli anziani, come tutti sanno, si aggirano come rimorsi nelle nostre città: sono facili da scippare, da investire con i motorini, da truffare e da raggirare. Sono i testimoni/vittime delle ingiustizie, delle inefficienze, delle estreme cafonerie sociali, delle diffuse mancanze di rispetto che identificano l'individualismo di massa.
Per fortuna, votano anche gli spiegazzati. Quindi ci si ricorda perfino di loro, in campagna elettorale. Si parva licet, ricevo molte letterine affettuose ("Caro
Giuliano"), dai diversi candidati, che promettono di migliorare la mia miserabile condizione di pensionato. Grazie, grazie, cari amici. Voterò …

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.