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Bufale e Media. And the story goes on...

05/09/2007 24756 lettori
5 minuti

Premessa
Per anni, addirittura tre lustri, con cadenza ciclica ho visto riapparire nei media la storiella di Gunther III, il pastore tedesco più ricco d'Italia grazie al sostanzioso lascito di una nobildonna tedesca. Cambiano le location, gli eventi, gli accompagnatori, i vizi da milionario puntualmente descritti e fotografati. Già, le foto. A giudicare dalle immagini circolate nel tempo, il cane pareva essere eterno, sempre in ottima salute ed alle prese con nuovi spassi, lìddove un suo "collega" a 4 zampe - com'è noto a chiunque abbia posseduto un cane "mortale"- sarebbe risultato già malconcio o defunto da un bel pezzo per inevitabile vecchiaia.

Il fatto
Su Corriere.it del 02/09/2007ho trovato un articolo sui 10 animali più ricchi del mondo. A dominare la vetta dell'assurda classifica (stilata di recente dal Daily Mail ed ispiratrice del "pezzo giornalistico" del Corriere) ecco il solito immancabile Gunther! Trattasi stavolta di un "IV", quindi un erede dell'esemplare precedente. Questo non fuga però i miei dubbi sulla fondatezza della storia, nonostante il dichiarato "sequel" genealogico. Faccio due facili ricerche (sia benedetto sempre Tim Berners-Lee!!!) e trovo un articolo ove si raccontano i retroscena del cane-vip ("una furbesca e ben riuscita operazione di marketing dell'imprenditore Michele Mian", si legge), che aveva - a suo tempo - mietuto vittime celebri nel mondo dell'informazione, come l'inglese Daily Mirror.
Ne parlò anche Repubblica.it (ed era il 2004) facendo luce sullo stato delle cose: "il cane non è mai esistito e la sua storia è stata creata ad arte in Italia per pubblicizzare la Gunther Foundation, una fondazione che in Toscana e in Veneto aveva acquistato società di nuoto, pallavolo e calcio femminile". A distanza di anni, quindi, dalle rivelazioni ufficiali, sarebbe stato lecito che qualcuno nella redazione del Corriere (sorvolo sul Daily Mail) si prendesse la briga di verificare, indagare - come ho fatto io impiegandoci pochi minuti - su quella notizia riscaldata e dai contorni di leggenda metropolitana, nata quando il web neanche esisteva ed era quindi difficile venire a capo della verità. L'autrice, in un punto dell'articolo esprime una piccola perplessita ("Ma c’è chi sospetta che sia tutto un bluff.") ma ciò non la assolve anzi, proprio in virtù del dubbio doveva andare oltre e documentarsi.

Uno scoop mancato
Cosa avrei fatto io se fossi stata al "soldo" del Corriere? Uno mini-scoop, è ovvio. Avrei colto al volo l'opportunità per sbugiardare certa stampa inglese (mai troppo generosa nei confronti dell'Italia) ed il Daily Mail che, per nulla memore della figuraccia fatta anni addietro dal Daily Mirror, è ricascato sul cane-viveur. Da vecchio "ufficio stampa" avrei poi dato l'eco necessario alla cosa su tutti i media, italiani ed internazionali.
Ma io non sono al soldo del Corriere, sorry (per loro).

Conclusioni
Non che la cosa mi interessi più di tanto, sia inteso, la questione è puramente di principio. Viviamo nell'era della comunicazione globale, quella che corre cioè da un capo all'altro della Terra in tempo reale.
Nei tg ed in certe testate nazionali abbondano ancora bufale di ogni tipo, costruite talvolta proprio con l'ausilio di dicerie e filmati già arcinoti al popolo della Rete, pur di offrire sensazionalismi e scoop di cartone. Mi sembra che sia arrivato il momento di cambiare rotta - per alcune fonti di informazione - e di considerare i lettori come persone attive e pensanti, non spugne alle quali far bere di tutto, o no?
Invece, chissà perchè, ho la netta sensazione che - nonostante tutto - tra non molto ci serviranno pure le nuove avventure di Gunther V.

Titti Zingone