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Creare e condividere conoscenza

19/06/2007 10326 lettori
4 minuti

Ogni qualvolta che si intraprende un nuovo progetto o a seguito di nuove disposizioni per mutare strategia, inizia la fase di studio con l’impegno di apprendere la concezione, conoscere il complesso di elementi ed assimilare i contenuti. Una propedeutica atta a fissare lo scopo, definire le discipline e formare i gruppi per svolgere le rispettive competenze. Una consuetudine contemplata nella buona pratica, disciplinata dai protocolli di qualità e regolamentata nei decreti legislativi in ambito di sicurezza sul lavoro per l’identificazione delle fonti di pericolo e la valutazione del rischio. In pratica un buon processo di creazione di conoscenza. In questo modo di procedere, insieme con altriattraverso la pratica del lavoro, ho potuto permeare la mia esperienza operativa.

 Ora senza voler essere didascalici – nel qual caso non si avrebbe titolo – riporto alcuni concetti relativi alla creazione di conoscenza ripresi dalla rete. «Non esiste vera conoscenza già codificata e disponibile per essere passivamente appresa dagli individui. La conoscenza dipende dall’ambito in cui si produce. Per altro, se si accetta il fatto che debba essere creata, per definizione diventa dipendente da chi la crea e dal processo che a tale scopo è utilizzato». Da qui l’idea insistente che non si possa prescindere dal processo di creazione di conoscenza, per ogni attività o iniziativa che si va ad intraprendere. «Gli individui, i gruppi le organizzazioni, le città, sono tutti esempi di sistemi sociali, cioè sistemi viventi che hanno caratteristiche evolutive comuni. Essi mostrano un’innata tendenza a produrre nuova conoscenza (nuovi modelli di comportamento e di sviluppo) per co-evolvere insieme all’ambiente: in una parola, per sopravvivere». Sono organizzazioni che apprendono. «L’organizzazione che apprende preserva il mantenimento della propria continuità riflettendo continuamente sul (e nel) proprio contesto, in modo da poter fare affiorare un “circolo ermeneutico” una continua ridefinizione ed interpretazione dei significati delle proprie attività in relazione a tutti i livelli – da quello macro dell’ambiente di cui è parte, a quello meso dei sistemi in cui la società si organizza, e a quello micro in cui l’essere umano come singolo, insieme ad altri singoli, partecipa con le proprie azioni, cognitive e comportamentali, alla costruzione dei luoghi in cui abitare e vivere – coinvolgendo ogni componente nel miglioramento esistenziale cui ogni essere umano si appella, potendo attuare questo attraverso la pratica del lavoro».

Sicuramente l’introduzione dell’argomento - creazione della conoscenza - evidenzia un modo esplicativo alquanto personale; il fatto stesso che come supporto ho dovuto far ricorso a concetti chiarificatori di maggior spessore non fa altro che manifestare un ulteriore concetto riferito alla conoscenza tacita (tacit knowledge): « è stato chiarito da M. Polanyi, il quale evidenzia l’esistenza di un modo "personale" per la costruzione della conoscenza, influenzata dalle emozioni ed acquisita alla fine di un processo di creazione attiva e di riorganizzazione delle conoscenze di ogni individuo. Quando un individuo conosce tacitamente, egli fa e agisce senza una chiara consapevolezza, usa il proprio corpo ed ha una gran difficoltà a spiegare in parole, regole e algoritmi il processo nel quale è coinvolto. Conoscere tacitamente significa conoscere senza distanza dalle cose e dagli atti; l'interazione conoscitiva tra le persone è caratterizzata da osservazione inconsapevole e da vicinanza sociale e "comunitaria"».

 Il lettore che ha avuto la compiacenza di leggermi, approvi questa mia estemporanea conclusione. Leggo su Blogger  i siti web: organismi viventi, l’autore paragona il sito di cui egli si dice il webmaster, come un bambino che attraversa le fasi naturali di sviluppo e richiede attenzioni e cure amorevoli e responsabili del genitore per il suo ciclo di vita. Lo stesso autore ne descrive passo passo le varie fasi e penso che immagini l’intelligente districarsi del padre in ragione dei suoi impegni, della sua visione del mondo e di suoi pregiudizi. Apprezzatane l’allegoria, ho inteso distinguermi nel prefigurare il nonno “giovane” pensionato anziché il padre ad attendere il pargolo. Un nonno tutto dedito al nipotino, un nipotino che chiede ed un nonno, buon “mentore”, che puntuale esaudisce senza remore. Sogno un sito - web strutturato in base alla condivisione con il “webdesigner” seguendo lo svilupparsi del (Web) la rete di risorse di informazioni e la messa a punto della mia intenzione. Un modello di creazione e condivisione della conoscenza.


Ugo Lombardini: il processo di generazione di conoscenza nei sistemi sociali umani

 idem

Tesi di Brunella Giacomelli - L'apprendimento organizzativo come capacità evolutiva. Il caso di un'impresa a rete.

Michael Polanyi, (Budapest 11 marzo 1891 – Northampton Inghilterra 22 febbraio 1976) chimico e filosofo Ungherese

 
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.